UN PROGETTO TIRA L’ALTRO. LA FORZA DEI GLOBAL GRANT ROTARY NELLE ESPERIENZE DI CORRADO BARANI IN NEPAL.

Fra i partecipanti alla missione Interethnos Interplast Italy del 2016,  durante la quale sono stati consegnati  i fondi raccolti grazie al Global Grant Rotary per l’ospedale di Kirtipur in Nepal, c’erano anche l’imprenditore rotariano Corrado Barani e sua moglie Tatiana.

Il Dottor Barani ha collaborato a portare a compimento il Global Grant che ha permesso all’ospedale di Kirtipur di acquisire importanti macchinari per la cura dei pazienti ustionati, e nel corso del suo viaggio in Nepal ha avuto modo di rafforzare i rapporti con Il Rotary di Patan, individuando, con il loro aiuto, un altro progetto da realizzare nel Paese. Nel 2017, proprio in partnership con il Rotary Club di Patan, è stato realizzato il progetto WASH, per la sostenibilità dell’acqua, della sanificazione e dell’igiene nelle scuole pubbliche, in linea con le politiche del Governo del Nepal, coinvolgendo la direzione scolastica e il corpo studentesco. Ventiquattro mesi dopo, il progetto è stato completato con successo e oggi circa 6.000 alunni, e oltre 350 insegnanti, beneficiano della regolare fornitura di acqua potabile sicura, di strutture e pratiche adeguate per il lavaggio delle mani, di servizi igienici puliti (separati per ragazzi e ragazze) e di un ambiente scolastico pulito e dotato anche di sicurezza alimentare.

Dottor Barani perché è importante, e anche difficile, portare a termine un Global Grant Rotary?

 Quando si parla di Global Grant,  qualsiasi rotariano che abbia provato a cimentarsi in questa esperienza vi dirà che si tratta di una impresa se non impossibile, sicuramente difficile e impegnativa. Occorre trovare i due club padrini e individuare altri club disposti a finanziare il progetto. Bisogna convincere il distretto di appartenenza a sostenere e cofinanziare il progetto e poi, se tutto va bene, sperare che la commissione della Rotary Foundation – che deve dare il parere favorevole – approvi il finanziamento. Ma questo è solo l’inizio, perché poi parte la fase operativa vera e propria che solitamente non dura meno di due anni, e che comporta sopralluoghi sul posto dove si sta sviluppando il progetto per verificare che tutto proceda secondo le previsioni. Il Global Grant destinato ad aiutare l’ospedale di Kirtipur, dove opera anche Interethnos Interplast Italy, è stato soggetto a tutti questi passaggi ma grazie alla grande partecipazione dei Rotary Club Bologna, Bologna Sud, Bologna Nord, Valle dell’Idice, Valle del Savena, Valle del Samoggia, Vignola, Castelfranco, Bazzano e distretto 2073 e alla generosità della Famiglia Segafredo, il risultato è stato raggiunto.

Che cosa ha rappresentato per lei la prima esperienza in Nepal, che impressione si è fatto del Paese?

L’ho trovato un Paese ricco di storia e di cultura, dove le diverse professioni di fede, buddista-induista, cattolica e mussulmana convivono con rispetto reciproco. Un Paese che nonostante la povertà, le differenze sociali e le catastrofi di cui è stato vittima – l’ultima, il disastroso terremoto del 2015 – ha una forte spinta al cambiamento, all’emancipazione e l’ospedale di Kirtipur con la professionalità dei suoi medici e la loro voglia di migliorare, ne è la dimostrazione . Quando siamo arrivati, con la delegazione Rotary e l’equipe medica dei Interethnos, è apparso subito evidente l’abisso fra le classi sociali, quelli spaventosamente ricchi e la miseria di quelli più poveri.  Ciononostante la popolazione è accogliente, aperta agli stranieri, dignitosa nella sua povertà e rassegnazione. Un popolo che merita che operazioni come il Grant Rotary vadano a buon fine perché, come ha dimostrato l’equipe medica dell’ospedale locale, chi riceve aiuto e assistenza, sa sfruttare a pieno le opportunità che gli vengono offerte.

Nel corso della sua prima visita ha avuto modo di individuare altri progetti, oltre a quello d’Interethnos? Progetti che avrebbero meritato di usufruire di un finanziamento?

Il Paese vive una costante crisi sanitaria, mancano igiene e infrastrutture, come quelle legate all’acqua potabile, che assicurino salute e sicurezza. Situazioni che sono la causa primaria di pandemie. Manca anche un’adeguata educazione sanitaria, la consapevolezza dei rischi che le loro fatiscenti abitazioni e le precarie condizioni di vita li portano a correre quotidianamente. Basta pensare che la prima causa della mortalità in Nepal sono le ustioni, procurate per la maggior parte dai pericolosi sistemi di riscaldamento e cottura dei cibi, veri e propri bracieri, a cui spesso soccombono le persone più deboli, come donne e bambini. Per non parlare del contatto diretto con i cavi elettrici dell’alta tensione, mai in sicurezza, che spesso si trovano liberi anche in mezzo alle strade.

Nel 2017 ha fatto parte d un progetto, sempre finalizzato da un Global Grant Rotary, relativo alla sanificazione dell’acqua…

 Il progetto, definito WASH, che ho gestito in Nepal con il Rotary di Patan, ha coinvolto quasi 6 mila studenti portando acqua potabile e bagni secondo i nostri standard occidentali. Il nostro progetto partiva da un programma che prevedeva varie fasi :

a) portare l’acqua potabile alle strutture;
b) creare servizi igienici (lavabi e water individuali soprattutto per i bagni delle bambine) con l’utilizzo dell’acqua potabile;
c) insegnare ai bambini quanto sia importante lavarsi le mani dopo essere andati in bagno;
d) veicolare alle famiglie, tramite i bambini, concetti basilari d’igiene.

Considerato il numero standard dei componenti di una famiglia nepalese, 6000 bimbi possono corrispondere al coinvolgimento di circa 30.000 persone. Il progetto ha portato, dove applicato, a risultati misurabili quali una forte diminuzione delle assenze degli alunni nelle scuole dove è stato applicato. Il progetto sta continuando a essere monitorato e gli ultimi sviluppi fanno ben sperare. I progressi verso il raggiungimento dell’obiettivo finale, sono stati resi pubblici e visibili tramite l’installazione di pennoni con relative bandiere nella scuola. Una modalità che serve a generare quella competizione sana che aiuta studenti e insegnati a mantenere vivo l’interesse per progetti che spesso durano diversi mesi o più anni. Man mano che la bandiera sale, l’obiettivo finale si avvicina e i ragazzi, ma anche gli insegnanti, entusiasti, spingono sull’acceleratore. Sono tenuto informato dell’evolversi del progetto grazie agli aggiornamenti ricevuti dall’instancabile Gabriele Mallapaty del Rotary Club di Patan. Posso sicuramente affermare che questo è un eccellente esempio della validità di un investimento Global Grant. Un obiettivo raggiunto anche grazie alla collaborazione con il Rotary Club Vignola Castelfranco E. Bazzano in Italia e il Rotary Club di Patan in Nepal.  A tale proposito, i partner del Rotary in Nepal hanno deciso di preparare un ulteriore strumento di educazione sanitaria, – un “Manuale Wash” – per consolidare le politiche, le procedure e le misure nelle scuole pubbliche. Questo permetterà di avere una situazione sempre aggiornata dello stato dell’arte e dei miglioramenti apportati, fornendo un documento di riferimento che non solo aiuterà le scuole sostenute, ma guiderà anche progetti simili in futuro.

Quali progetti le piacerebbe portare avanti in futuro?

 In realtà ne avrei già uno in mente, che riguarda proprio l’ospedale di Kirtipur diretto dal Prof. Shankar Rai. Nel corso della visita ho dovuto prendere atto che latrine e bagni, se non sono radicalmente cambiate le cose negli ultimi anni, sono a un livello inaccettabile per una struttura sanitaria. Mi piacerebbe lavorare a un progetto per risistemare queste aree accessorie così importanti. E’ necessario risolvere una dicotomia inaccettabile, che vede da una parte una chirurgia che, grazie a Interethnos, al Prof. Morselli e al suo staff sta facendo progressi eccezionali e dall’altra i servizi igienici della struttura in cui operano, che sono rimasti in condizioni inammissibili per un luogo dove si cura. Questo non è giusto non solo per i pazienti ma anche per tutti coloro che per varie necessità, compresi i parenti dei ricoverati, frequentano l’ospedale e usufruiscono dei servizi.

Copertina: Corrado Barani  in Nepal circondato dagli studenti per il progetto WASH