CHIARA SEGAFREDO. FARE RETE PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI SEMPRE PIU’ IMPEGNATIVI
In occasione del pranzo che si è tenuto presso la sua abitazione, per salutare la fellowship del Dottor Manish Yadav tornato in Nepal dopo due mesi in Italia, abbiamo chiesto Chiara Segafredo qual è il suo ricordo della missione Interethnos Interplast Italy che con i fondi del Global Grant del Rotary International Foundation, inaugurò nel 2016 la sala chirurgica dell’ospedale di Kirtipur a Katmandu in Nepal.
La nostra famiglia ha sempre dimostrato una forte sensibilità nei confronti delle persone più fragili e bisognose: è un valore che è stato trasmesso a me e a i miei fratelli dai nostri genitori.
Molti anni fa ho conosciuto i miei compagni di viaggio in circostanze legate a diverse iniziative umanitarie: Fabio Raffaelli, grande giornalista e promotore, fra i tanti da lui avviati, del progetto finalizzato alle adozioni a distanza nell’orfanotrofio di Novosibirsk in Siberia; Paolo Morselli, Professore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva, fondatore di Interethnos Interplast Italy per le missioni umanitarie in vari paesi del mondo.
Lo stimolo a farmi coinvolgere in una nuova iniziativa non profit, è nato da un progetto che Fabio Raffaelli, presidente del Rotary Club Bologna, e Paolo Morselli, presidente di Interethnos Interplast Italy, stavano ideando all’inizio del 2015 per realizzare una sala chirurgica attrezzata con strumentazioni tecnologiche all’avanguardia per il reparto di Chirurgia Ricostruttiva e Centro Ustionati dell’ospedale di Kirtipur a Katmandu in Nepal diretto dal Professor Shankar Ray.
Si trattava di ottenere un Global Grant dal Rotary International Foundation: era cioè necessario raccogliere un importo di 50 mila euro, cifra che, a obiettivo raggiunto, il Rotary International Foundation avrebbe poi raddoppiato per acquistare le strumentazioni necessarie all’attuazione del progetto.
Un’iniziativa quindi di respiro internazionale, che ha visto la grande partecipazione dei Rotary Club Bologna, Bologna Sud, Bologna Nord, Valle dell’Idice, Valle del Savena, Valle del Samoggia, Vignola, Castelfranco, Bazzano e distretto 2073, oltre che quello di Patan a Katmandu.
Sono rimasta molto impressionata dalla finalità di questo progetto e ho così coinvolto nella raccolta fondi i miei fratelli, Francesco e Cristina, per raggiungere l’importo necessario ad accedere al finanziamento totale del Global Grant.
Il contributo così ottenuto grazie alle donazioni e al Global Grant ha permesso di acquistare importanti strumentazioni che sono state inviate e installate nell’ospedale di Kirtipur, miracolosamente rimasto in piedi dopo il terribile sisma dell’aprile 2015.
Nel giugno 2016 è stata organizzata la missione che aveva lo scopo di incontrare i referenti del progetto in Nepal, controllare che tutte le attrezzature acquistate con il Global Grant fossero state montate correttamente e fossero perfettamente funzionanti, e quindi inaugurare ufficialmente la sala chirurgica con una serie di operazioni realizzate dai Professori Paolo Morselli e Shankar Rai.
Durante questa missione ho avuto modo di conoscere e collaborare con alcuni rotariani quali Patrizia Farruggia, Corrado Barani e Alessandro Verlicchi, tutti professionisti che hanno messo generosamente le loro competenze a disposizione del progetto.
A rendere l’operazione attuabile ha fortemente contribuito la collaborazione del Rotary nepalese di Patan Katmandu e la professionalità della sua vicepresidente, Gabriele Mallapaty, il cui impegno è stato fondamentale per la fase operativa del progetto, così come indispensabile è stata la collaborazione fra i Professori Paolo Morselli e Shankar Rai che cooperano da anni anche nell’insegnamento delle loro competenze e conoscenze ai giovani chirurghi.
Desidero ringraziare anche i miei nipoti Rachele Ponzellini e Ruggero Auteri che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa.
Nel corso della colazione che si è tenuta presso la mia residenza nei giorni scorsi, abbiamo avviato un collegamento con l’ospedale di Kirtipur: ho potuto così salutare il Professor Shankar Rai e i due giovani chirurghi nepalesi che hanno usufruito in questi ultimi anni delle borse di studio per specializzarsi presso il Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena, diretto dal Dottor Davide Melandri.
Malgrado le difficoltà imposte dalla pandemia il progetto iniziale si è infatti esteso e la presenza di questi due chirurghi in Italia ha rappresentato una continuità con quanto realizzato col Global Grant del Rotary International Foundation.
Il Covid, inoltre, ci ha insegnato a utilizzare maggiormente la tecnologia come strumento per restare in contatto e condividere idee e progetti. Ognuno di noi, nell’ambito delle sue possibilità e con le proprie competenze, può continuare a fare qualcosa per le popolazioni in difficoltà, come Corrado Barani che grazie a un nuovo Global Grant continua a realizzare progetti per la sanificazione dell’acqua in Nepal.
Desidero ricordare con tutta la mia stima e il mio sincero affetto Fabio Raffaelli che ci ha purtroppo lasciato prematuramente.
Grazie al suo entusiasmo e alla sua dedizione si è potuta sviluppare la collaborazione fra i Rotary dell’Emilia Romagna con Interethnos Interplast Italy e la mia famiglia: questa è la dimostrazione che fare rete rappresenta il modo migliore per raggiungere gli obiettivi, anche quelli più ambiziosi e difficili, e per diventare strumento di un sentire comune, di una sensibilità condivisa e solidale.