Una nuova partnership con il Nepal. Il dottor Yadav per tre mesi al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena.
Si chiama Manish Kumar Yadav e ha 44 anni il chirurgo nepalese che si è aggiudicato la fellowship offerta dall’associazione di volontariato medico Interethnos Interplast Italy, fondata e presieduta dal Prof. Paolo Giovanni Morselli, che si occupa da oltre trentanni anni di missioni umanitarie di chirurgia ricostruttiva in paesi in via di sviluppo.
Manish è nepalese e lavora dal 2018 presso l’ospedale di Kirtipur a Katmandu, dedicandosi alla cura dei grandi ustionati e alla chirurgia plastica ricostruttiva. Il dottor Yadav ha frequentato la Facoltà di Medicina in Nepal, specializzandosi poi in chirurgia plastica in Russia a Tula e a Mosca.
In passato, Yadav, ha già partecipato a precedenti fellowship in centri per la cura dei pazienti ustionati in Germania a Berlino e in India a Mumbai. Grazie ad un accordo fra Interplast e l’Ausl Romagna, è stata stipulata una convenzione affinché il Dottor Yadav potesse frequentare per tre mesi il Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena, diretto dal Prof. Davide Melandri, al fine di migliorare le sue competenze nella gestione del paziente ustionato. Specializzazione fondamentale per chi, come il Dottor Yadav, opera in un paese dove le ustioni sono fra le principali cause di morte e disabilità. Abbiamo rivolto alcune domande al Dottor Yadav, per conoscerlo meglio e comprendere quali siano le sue aspettative per questa esperienza italiana.
Dottor Yadav, ci potrebbe raccontare qualcosa di lei? Il suo backgound accademico per esempio…
Namasté, grazie. Sicuro. Innanzitutto vorrei esprimere la mia gratitudine a Interethnos Interplast Italia, per questa stimata fellowship.
Per quanto riguarda me, non c’è molto da dire: sono nato nella parte orientale del Nepal e ho completato i miei studi presso la St. Xavier’s School e la St. Xavier’s College a Kathmandu. Ho poi completato gli studi universitari di medicina presso U.C.M.S, Nepal grazie ad una borsa di studio del Ministero dell’Istruzione. In seguito ho lavorato per qualche tempo a Kathmandu, in Nepal e anche all’ Ospedale IGMH, nelle Maldive.
Ci parli della sua esperienza alle Maldive? Qual è stato il suo approccio alla chirurgia?
Dopo gli studi universitari, ho lavorato principalmente in Terapia Intensiva, prima a Kathmandu, poi alle Maldive. In terapia intensiva, i pazienti hanno patologie severe e dobbiamo prestare molta attenzione alla clinica e alle analisi ed essere tempestivi nei trattamenti. E’ un lavoro che impegna in modo intenso la mente, e allo stesso tempo è un lavoro scarsamente manuale. Al contrario, in sala operatoria lavoriamo principalmente con le nostre mani e il risultato dipende dalla destrezza e dall’abilità del chirurgo.
Come mai ha scelto la Russia per completare la sua specializzazione?
Si trattava di una borsa di studio completa fornita dal Ministero della Pubblica Istruzione russo in accordo con il governo nepalese. Ho seguito la Chirurgia Generale e, in seguito, la specializzazione in chirurgia plastica presso l’Università statale di Tula e la Russian Medical Academy of Continuous Professional Education“ di Mosca, sotto la guida del leggendario Prof. Dr. Alexander I. Nerobeev, scomparso nell’agosto del 2021.
Dottor Yadav, cosa l’ha motivata a specializzarsi in chirurgia plastica ricostruttiva ?
È stato durante il mio secondo anno di studi universitari che ho visto il Prof. Dottor Shankar Man Rai eseguire un intervento chirurgico ricostruttivo su un piccolo paziente con labbro leporino; questo ha acceso il mio interesse per la chirurgia plastica ricostruttiva. Ma è stato 12 anni più tardi, dopo aver completato il corso di chirurgia generale, che mi sono iscritto ad un programma di specializzazione in chirurgia plastica a Mosca, dove mi sono occupato principalmente di microchirurgia ricostruttiva.
Un percorso piuttosto interessante. E poi come ha cominciato a occuparsi di grandi ustioni?
Dopo aver completato la scuola di specializzazione a Mosca, sono tornato in Nepal e ho cominciato a collaborare con il Prof. Dottor Shankar Man Rai e il suo team all’ospedale di Kirtipur. Qui ho preso coscienza della difficile situazione dei pazienti ustionati nel mio paese. A differenza dell’Occidente, non avevamo le competenze e le risorse giuste per gestire la malattia, e quasi tutti i pazienti con ustioni che coinvolgevano oltre il 40% della superficie corporea non sopravvivevano.
Che importanza ricopre in Nepal l’ospedale di Kirtipur?
Il Kirtipur Hospital è un ospedale da 100 posti letto con vari reparti quali Chirurgia Plastica, Ortopedia, Chirurgia Generale, Urologia, medicina, Ginecologia e Ostetricia, pediatria, dermatologia, psichiatria, ecc. La Chirurgia Plastica comprende tre unità: centro ustioni e chirurgia plastica generale, chirurgia maxillo-facciale e delle schisi e chirurgia della mano. Abbiamo 8 posti letto intensivi per pazienti grandi ustionati e 26 posti letto per tutte gli altri pazienti. Lo staff è costituito da 8 chirurghi plastici, 3 chirurghi maxillo-facciali e 2 chirurghi della mano. Per le ustioni e la chirurgia ricostruttiva si tratta dell’unico ospedale di terzo livello in Nepal.
Ritiene che ci sia stata una diminuzione dei ricoveri per le grandi ustioni nel suo Paese, o pensa che le azioni di prevenzioni non siano ancora sufficienti?
Considerando le statistiche dei ricoveri per ustioni dell’ospedale di Kirtipur, c’è stato un aumento costante ogni anno. Partiti con 90 pazienti ustionati nel 2014 (l’anno di fondazione dell’ospedale di Kirtipur), abbiamo raggiunto oltre 600 ricoveri per ustioni a metà del 2023. Quest’aumento dell’afflusso di casi di ustioni riflette lo scenario attuale in Nepal. Ci sono altri ospedali governativi specializzati in ustioni e chirurgia plastica in Nepal, ma le ustioni gravi vengono tutte riferite al nostro ospedale. E questo è costantemente una sfida poiché non disponiamo di sostituti cutanei e disponiamo di quantità molto esigue del materiale necessario per le cute intensive.
La maggior parte dei pazienti ustionati che si rivolgono a noi proviene dalle regioni dell’estremo oriente e occidente del Nepal. Dato che le strade di comunicazione sono accidentate e il sistema di trasporti molto precario, i pazienti arrivano molto tempo dopo che si sono ustionati, senza essere stati adeguatamente trattati al momento del trauma viaggiano in condizioni di freddo e umidità per raggiungerci. Questo peggiora ulteriormente la prognosi.
In quali ospedali hai avuto modo di operare negli ultimi anni?
Per quanto riguarda le mie precedenti fellowship nell’agosto 2023 ho visitato per 2 mesi il Centro Grandi UnfallKranken House di Berlino in Germania e nell’ottobre 2023 il Centro Nazionale Ustioni di Mumbai, in India.
Come valuta le sue precedenti fellowship presso l’Unfallkrankenhaus di Berlino e il National Burn Center Airoli di Mumbai?
L’Unfallkrankenhaus Berlin, è un centro certificato dall’European Burns Association, uno degli ospedali all’avanguardia per la gestione di ustioni gravi e traumi acuti in Germania. Lì, ho avuto modo di sperimentare come sono gestiti i casi gravi di ustione. L’intervento del pronto soccorso tramite elicottero, le eccellenti strutture di terapia intensiva, la toilette enzimatica immediata seguita da toilette chirurgica precoce e innesto, l’abbondanza di allotrapianti, i sostituti cutanei e i servizi di riabilitazione a lunga durata, erano semplicemente eccezionali. Impressionante è anche il fatto che l’intero costo del trattamento sia riconosciuto dallo Stato o coperto dall’assicurazione
Il National Burns Center di Airoli, Navi Mumbai, India è un centro ustioni dedicato. Si tratta di un Centro ben attrezzato con un laboratorio di ricerca sulle cellule staminali. Hanno una moderna terapia intensiva dedicata e l’unità di degenza con strutture per dialisi. Inoltre, la Banca della Cute è veramente di un livello eccezionale.
Come ha conosciuto Interplast Italia?
Nel 2016 e nel 2017 il prof. Paolo Morselli e il suo team hanno visitato l’ospedale di Kirtipur ma è stato solo quest’anno, nel febbraio 2023, che ho avuto l’opportunità di incontrar il dottor Roberto Maggi sempre all’ospedale di Kirtipur. Ero con lui durante il viaggio a Hetauda per il progetto di avviare un centro di rianimazione per ustioni primarie. Inoltre conosco il collega nepalese dott. Anurag S.Thapa, che ha beneficiato di questa fellowship nel 2022, favorendo ulteriormente il legame tra Nepal e Italia.
Che impressione ha avuto del reparto grandi ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena?
Il Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena, sotto la direzione del Prof. Davide Melandri, è funzionalmente simile all’Unfallkrankenhaus di Berlino, in termini di gestione e competenze. I chirurghi plastici sono eccezionali. L’équipe maxillo-facciale e quella di chirurgia plastica ricostruttiva eccellenti. Inoltre, i dermatologi dimostrano una grande capacità diagnostica per le lesioni cutanee : sicuramente un fiore all’occhiello.
Quali nuove competenze si aspetta di acquisire con la fellowship Interethnos Interplast?
Mi auguro di approfondire le varie fasi di gestione delle cure critiche (configurazione e gestione del ventilatore, applicazioni dell’ ecografia in terapia intensiva) e migliorare la mie competenze nella microchirurgia ricostruttiva.
Grazie per questa interessante conversazione. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Sincera gratitudine al mio mentore Prof. Dottor Shankar M. Rai e al Prof. Dottor Paolo G. Morselli, per aver reso possibile tutto questo. Menzione speciale alla Dott.ssa Rossella Sgarzani per il suo incrollabile sostegno durante tutto il percorso.
L’Ospedale Maurizio Bufalini dispone di un eccellente team composto da personale e professionisti disponibili e molto amichevoli. Mi sono sentito come a casa fin dal primo giorno. Oltre alle abilità e conoscenze chirurgiche, sto imparando qualcosa di nuovo: la lingua!
– Grazie mille… è divertente stare con persone meravigliose, amici per la vita!!! –
Dott.ANdrea Morellini, prof. Davide Melandri, dott.Manish Kumar Yadav, dott.ssa Rossella Sgarzani, dott.Stefano Palo. Chirurghi Plastici del Centro Grandi Ustionati dell’ Ospedale Maurizio Bufalini di Cesena